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produzione 2011

Luisa Pasello / Silvia Pasello / Virgilio Sieni
Due lupi 

liberamente tratto da Il grande quaderno di Agota Kristof
prima parte della Trilogia della Città di K.

regia, coreografia e spazio: Virgilio Sieni
con Luisa Pasello e Silvia Pasello
assistente coreografie: Chelo Zoppi
realizzazione scene: Leonardo Bonechi, Lorenzo Pazzagli
costumi: Laura Dondoli
luci e fonica: Giovanni Berti
elaborazione audio: Matteo Ciardi
allestimento: Stefano Franzoni
foto di scena: Francesca Fravolini
direzione tecnica: Sergio Zagaglia
organizzazione e produzione: Angela Colucci
amministrazione: Manuela Pennini, Gabriella Taddei
si ringraziano: Atelier delle Arti, Alessandra Natella
produzione: Fondazione Pontedera Teatro
in collaborazione con: CanGo Cantieri Goldonetta Firenze 

L'uno di fronte all"altro

Le quattro scene dello spettacolo sono ispirate al racconto di Agota Kristof Il grande quaderno, prima parte della Trilogia della città di K.

Affiora una fiaba fatta di esercizi sulla pelle, nel cuore tenebroso della guerra. Si tratta di un grumo di azioni curate insieme all'emissione della voce, sempre all'unisono; questa, a sua volta, è accompagnata dalla similarità di un gesto che, in una forma dislessica, si perde nell'universo fiabesco, tra lentezza e sospensioni, attese e presagi.

L'azione viene immersa nell'oscurità notturna, ricercando ogni volta il tempo delle apparizioni, la loro radice indicibile: in questo senso il corpo si manifesta attraverso un arcipelago di sospensioni e slittamenti, lasciandosi sussurrare e spostare da una voce corale, distante ma interiore.

Nell'essere allo stesso tempo fuori e dentro, le gemelle circoscrivono le loro azioni a quattro scene, definite e intese come altrettanti arrivi e annunci: arrivano con scatole regalo come due bambini che giocano alla guerra; sono travestite da donne ancestrali e popolari, per poi uscire dal guscio trasformate in nonne che si oppongono al carro armato; infine appaiono riverse sullo scheletro di un cervo. L'infanzia è dunque un viatico per giocare ai grandi (la madre, la nonna, il padre, il potere, la chiesa) riversandosi nell'esperienza dell'incontro: i gemelli attraversano il tempo della guerra con la magia della loro forza disumana, affidandosi ogni giorno a una prova oltre le loro forze; collezionano una serie di esercizi estremi attraverso piccole cose marginali.

Solo col tempo si leggono nel loro corpo, nella trama ostinata dei gesti millimetrati, tracce di territorio segnate per terra: il villaggio, la foresta, le fosse, il torrente, la frontiera, i limiti invalicabili. Una miriade di sguardi e di dislocazioni che aprono al selvaggio.

Luisa e Silvia hanno lavorato sull'idea di regalarsi alla forma dell'unisono, allo scopo di far coincidere la voce e il movimento secondo andature di riconoscimento fatte di scarti e dislessie. Questa forma semplice di includerle in una metrica comune è stata la radice del nostro percorso, la fonte dove si sono annidate tutte le diversità e le divergenze: scivolare in una dinamica secondo un sistema di respiri, sguardi, ascolti, attese, nel galleggiamento del testo scelto alla ricerca di continui sensi e sospensioni.

Virgilio Sieni


2011 production

Luisa Pasello / Silvia Pasello / Virgilio Sieni
Due lupi (Two Wolves)

freely inspired by Agota Kristof 's The Notebook
first part of the K Town Trilogy

direction, choreography and space: Virgilio Sieni
with Luisa Pasello and Silvia Pasello
choreographies assistant: Chelo Zoppi
scenery realisation: Leonardo Bonechi, Lorenzo Pazzagli
costumes: Laura Dondoli
lighting and sound: Giovanni Berti
sound elaboration: Matteo Ciardi
set up: Stefano Franzoni
photos: Francesca Fravolini
technical direction: Sergio Zagaglia
organisation and production: Angela Coluccia
administration: Manuela Pennini, Gabriella Taddei
thanks to: Atelier delle Arti, Alessandra Natella
production: Fondazione Pontedera Teatro
in collaboration with: CanGo Cantieri Goldonetta Florence 

A handful of actions lost in the universe of fables inspired by Agota Kristof's novel The Notebook, the first of the K Town Trilogy.
In this tale immersed in nature and war, extreme tests and loneliness, the body is shown as an archipelago of the senses, to be whispered to and moved by a choral voice.
Two children are taken to their grandmother's house beside a stream beyond the forest. No-one can leave; the front is close by and mined. They sleep in the kitchen on wooden planks and they learn to survive by observing each other.
The two children pass through the war years with the magic of fearsome effort, every day undertaking a test beyond their strength. They put together a series of extreme exercises with small, marginal things. Their body is moulded in relation to the threat that turns the opposite into reality. Their hunger becomes a fast as a test, their self-restraint creates a precious heap of privations.
Only with time do we read in their body, in the obstinate woof of millimetred gestures, in marking the territory between the village and the forest, the numberless looks and shifts that open the way to the wilderness.

Virgilio Sieni