Nell'ambito della Festa della Toscana 2009 "Arti, culture, futuro" promossa dal Consiglio Regionale della Toscana Con il sostegno del Comune di Firenze - Assessorato Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili e in collaborazione con CanGo
La Bambola di Carne regia: Letizia Renzini coreografia: Marina Giovannini video e live audio mix: Letizia Renzini interpreti: Marina Giovannini, Letizia Renzini voce (in video): Sabina Meyer scene e disegni: Paolo Fiumi costumi: Giulia Pecorari design luci: Pieter Jurriaanse, Moritz Zavan motion graphics, animazioni: Raffaele Cafarelli, Gregory Pétitqueux tecnica: Claudio Cantini, Federico Del Lungo, Saverio Damiani, Alberto Spezzamonte produzione La Biennale di Venezia, Dance Umbrella nell'ambito del progetto ENPARTS - European Network of Performing Arts produzione esecutiva Vortice - Teatro Fondamenta Nuove in collaborazione con Comune di Venezia - Assessorato alla Produzione Culturale, Goethe Institut - Rom, ISR - Spazio Culturale Svizzero di Venezia, CAB008 Con il supporto del Programma Cultura dell'Unione Europea Il progetto è sostenuto da ADAC nell'ambito della Settimana della Danza
... Commedia Sofisticata, gradevole per tutti (da Partita a Quattro di Ernst Lubitsch)
La Bambola di Carne è una composizione per tre schermi video, corpi, suono e luci basata sul film di Ernst Lubitsch Die Puppe (1919), misconosciuto gioiello dell'espressionismo tedesco che racconta la storia di Ossi, figlia dell'inventore di bambole Hilarius e del suo doppio meccanico. In La Bambola di Carne parte della narrazione cinematografica viene rielaborata in video e inserita nell'installazione a tre schermi che diventa così partitura, sfondo e contrappunto: una fantasmagorica casa di bambole, luogo di interpretazioni e relazioni su più piani per le due performer (Marina Giovannini e Letizia Renzini, ovvero la Bambola di Carne e la sua ombra musicale). In questa sinfonia di linguaggi artistici distinti si riflette sullo spazio e sul tempo; sulle traiettorie del movimento (fisico e psicologico) e le sue possibili relazioni con il contesto sintetico; sulle caratterizzazioni del corpo "muto", il corpo riprodotto tecnicamente (attraverso il cinema, la grande rivoluzione del secolo scorso) e reso simbolo dalla luce, che del cinema è l'essenza e la materia prima. I molti strati simbolici e l'immaginario metaforico sono alleggeriti - come nel cinema "urbano" di Lubitsch - da un approccio analogico, autoriale, che suggerisce ma non svela, e che accoglie lo spettatore con una narrazione fruibile ed emozionante. L'indagine intrapresa nello spettacolo è verso una possibilità di relazione e di riappropriazione tra la concretezza del corpo e la sintesi digitale: una ricerca attraverso le maglie del riproducibile che parte proprio dal cinema. Una nuova coreografia di trasformazioni digitali e sovrapposizioni che utilizza tecniche di ripresa e montaggio per costruire un potente e spesso ironico racconto di strane tautologie, paesaggi magrittiani animati, abitati da un sarcasmo femminile e sovversivo, ma fruibile e avvincente.* L'impronta femminile, cruciale in tutto lo spettacolo, si sprigiona nel quieto sarcasmo e nella potenza leggiadra del corpo, fatto di carne, di ombra, di luce e di pixel: nel suo abitare la musica e le immagini, nella capacità di evocare relazioni. Questa impronta rivive nella collaborazione con Marina Giovannini: sono il suo movimento e la sua visione coreografica a ricucire la polifonia di segni. Siamo davanti a un lavoro che scava felicemente in una interpretazione primi '900 dell'ignoto e prende in giro le fantasie maschili, trasportando il film di Lubitsch in una performance multimediale che prende spunto da un' estetica musicale: il "djing", o - come la chiama Paul Miller aka dj Spooky - la "rhythm science" del missaggio. È un'estetica ibrida che ricompone strati di significati storici e psicologici in un complesso collage culturale di identità confuse, dove ilvirtuale diventa reale e il reale sparisce dietro un velo.* *(Johannes Birringer, Brunel University, West London)
Distacco Letizia Renzini, 1999 Documentario / videoarte, dvd 30' Produzione Timet, Comune di Bucine (Arezzo)
Una breve indagine antropologica presso personaggi e luoghi della zona rurale della Valdambra (Arezzo). Il documento diventa nell'interpretazione di Letizia Renzini una sorta di biografia emozionale di suoni, racconti, volti e paesaggi. Il montaggio di questi materiali è un atto di organizzazione di un documento "vivo". Così i pezzi di realtà catturati alle vite di donne di un'area geografica delimitata rivivono di significati nuovi, trasformati, universalizzati da uno tra i tanti percorsi interpretativi possibili.
Progetto Open Studios Incontro con Letizia Renzini a cura del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina www.strozzina.org/open_studios
Letizia Renzini è un'artista multimediale che non solo lavora con differenti linguaggi ma che ha modo di riflettere sui linguaggi stessi, conducendo trasmissioni radiofoniche scrivendo di musica, realizzando performance in contesti installativi e festival dedicati a discipline diverse, come video-artista, cantante, Dj, lavorando con audio, video, corpo e testo. Apprezzate le sue collaborazioni con note compagnie di ricerca teatrale in Italia; con la Compagnia di Virgilio Sieni Danza per cui realizza video, performance, colonne sonore (premio Ubu 2004 per Empty Space); con Romeo Castellucci della Societas Raffaello Sanzio per lo spettacolo Conferenza Muta da lei stessa ideato; con la compagnia svizzera Nicole Seiler; con l'attrice e cantante Monica Demuru e con la danzatrice Marina Giovannini. Sperimentatrice di musica elettronica, appartiene al gruppo di ricerca TIMET dal 1999, è stata candidata al Premio "Milano Torino incontrano l'Arte" 2005 e al Premio Furla 2005. Collabora con Rai Radio 3, Il Manifesto, Alias. Il lavoro realizzato con la coreografa Marina Giovannini, La Bambola di Carne, è stato prodotto nel 2008 dalla Biennale di Venezia e dal Teatro Fondamenta Nuove nell'ambito del progetto europeo ENPARTS, sostenuto dal programma Cultura della Commissione Europea, e ora sta avendo repliche in Europa, tra cui ultimamente a Londra al The Place e al prestigioso Dansen Hus di Stoccolma, dove lo spettacolo ha incontrato successo di pubblico e di critica. Letizia Renzini debuttato recentemente con due progetti collettivi: Toy Box / Interferencias con il regista spagnolo Andrés Morte, un progetto interdisciplinare con artisti di varie nazionalità che è stato presentato al Festival Fabbrica Europa nel maggio 2009; l'altro è una collaborazione come video-artista con la coreografa sudafricana Robyn Orlin, per una produzione della Biennale Danza con la Compagnia dell'Accademia Nazionale di Danza.
Singolare femminile
Within Festa della Toscana 2009 "Arti, culture, futuro" promoted by Consiglio Regionale della Toscana With the support of Comune di Firenze - Assessorato Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili and in collaboration with CanGo
La Bambola di Carne direction: Letizia Renzini choreography: Marina Giovannini video and live audio mix: Letizia Renzini with: Marina Giovannini, Letizia Renzini voice (on video): Sabina Meyer set design: Paolo Fiumi costumes: Giulia Pecorari light design: Pieter Jurriaanse, Moritz Zavan motion graphics, animations: Raffaele Cafarelli, Gregory Pétitqueux technicians: Claudio Cantini, Federico Del Lungo, Saverio Damiani, Alberto Spezzamonte coproduction Biennale di Venezia, ENPARTS, Teatro Fondamenta Nuove supported by ADAC within Settimana della Danza
Die puppe (The doll of flesh) is a silent movie of Ernst Lubitsch's German period, one of the great directors who emigrated from Germany to the USA during Nazism (together with Lang, Von Stroheim and others) and who contributed to the grandeur of Hollywood in the '30s and '40s. Die Puppe, a masterpiece of satire and disillusion, in the caustic and subtle style that characterizes Lubitsch's cinema, explores the themes close to German expressionism and to Hoffman's romanticism (the double, the psychoanalytic fable, the artificial creature) but overreaching them in an unusual female direction. The film, reworked in video, is post-synchronized and accompanied by the interventions of Marina Giovannini (dance), Letizia Renzini (electronic, voice, instruments), Sabina Meyer (voice, on video). The challenge, on stage and during the Entr'Acte, is to create a choreography and a symbolic dramatic canvas which face the film's narration and its technical reworks. On each occasion, the video-cinematographic image will be the counterpoint, the score, the background or an additional active element in the relationship with the performers. On stage, there will be three flesh dolls who will join the two other virtual dolls of the cinematographic narration. To the film's ambiguous universe, in which doubled characters act towards an unity identity, corresponds the composite and alien universe of the scene. The Doll's House designed by Paolo Fiumi, is the symbol and context of a contemporary expressionism through gestural and composition interventions, where images, bodies, voices and music participate in an ironic, dramatic, significant and feminine synthesis.
Distacco Letizia Renzini, 1999 Documentary / videoart, dvd 30' Production Timet, Comune di Bucine (Arezzo)
Project Open Studios Encounter with Letizia Renzini curated by Centro di Cultura Contemporanea Strozzina Tue 1 Deember, CanGo, h 16.00 www.strozzina.org/open_studios
Letizia Renzini DJ, video-artist, performer, works with electro-acoustic music, videos, body and voice: she writes about music and art for newspapers and magazines (Musica Jazz, Il Manifesto, Roma C'è, Allaboutjazz), and works for Rai Radio3. She covers Jazz and black music, avant-garde, vocalism, improvisation, electronics and feminine contexts. She works as a performer and audio-video artist for the Virgilio Sieni Danza dance company, and in cooperation with Romeo Castellucci of the Societas Raffaello Sanzio for the show Conferenza Muta created by her. She also works in close cooperation with the Swiss choreographer Nicole Selier, with Monica Demuru, Marina Giovannini and Sabina Meyer. Her experiences and extended competences in arts take her to expression modalities that mix up intervention fields, both technical and semantic.
Marina Giovannini Dancer. She studied in Firenze at Centro Studi Danza e in Reggio Emilia at the classical dance school of Teatro R.Valli. From 1989 to 1992 works as main solo dancer in the Company of Balletto di Toscana. From 1992 to 2006 she dances in the Virgilio Sieni contemporary dance Company: she works as assistent to coreographies at Teatro alla Scala di Milano, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Massimo di Palermo; she takes part as solo dancer in all the Company's productions, among others Empty Space, Requiem, awarded with prestigious Premio Ubu as best coreography of the year (2004). She collaborates with artist and performer Letizia Renzini, she works with Fabrizio Favale in the project Mahabharata. She is the Winner of Premio Equilibrio 2008, at the Auditorium di Roma with the duo piece Parco, Diario di un duetto with Samuele Cardini.